Mi soffermo su un dettaglio: l’evangelista nota che il volto di Gesù «brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce». Marco aggiunge che «nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche » (9,3). Sono tornati alla memoria i versi del primo canto del Purgatorio dantesco rivolti a Marco Catone che preferì uccidersi piuttosto che cadere nelle mani dell’imperatore romano Cesare (46 a.C.): «Tu ‘l sai, che non ti fu per lei amara in Utica la morte, dove lasciasti la vesta ch’al gran dì sarà sì chiara». La vesta (la carne, il corpo), che al gran dì (nel giorno del Giudizio finale) sarà sì chiara (risorgerà). Il volto e le vesti di Gesù, sul monte, sono trasfigurate, sono già nella luce della Risurrezione.
Il 30 giugno 1968 Paolo VI formulò una Professione di fede che afferma: «Noi crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Cristo…costituiscono il Popolo di Dio nell’aldilà della morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della Risurrezione, quando le anime saranno riunite ai propri corpi».
Risurrezione della carne, risurrezione dei corpi, due formulazioni analoghe che dicono il nostro destino ultimo. La fede nella risurrezione della carne esprime con forza, il valore dell’umano, proprio nella sua fragilità e ci impedisce ogni fuga spiritualista. La vita eterna non è promessa alle anime soltanto, ma anche alla nostra carne, è promessa alla persona tutt’intera, superando quella divisione nella persona tra il principio interiore, spirituale che chiamiamo anima e il principio esteriore, materiale che chiamiamo corpo. Questo dualismo ha gettato un’ombra di svalutazione quando non addirittura di disprezzo per la dimensione corporea della persona. Dobbiamo invece riconoscere la profonda unità della persona e la natura non meramente esteriore del corpo. Ma resta una domanda: come avverrà questo? Non abbiamo risposte ma la Trasfigurazione di Gesù anticipa una certezza che sarà per quanti in Lui credono: «La vesta ch’al gran dì sarà sì chiara».
Don Giuseppe Grampa (Milano), per catt.ch e Catholica