“La Parola di Dio, che ha creato il mondo e dà senso alla storia e al cammino dell’uomo, si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi”. Nel messaggio di Natale, dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, Papa Francesco sottolinea che “il Verbo si è fatto carne per dialogare con noi”. Venendo nel mondo, ci mostra “la via dell’incontro e del dialogo”. Una strada da intraprendere anche e soprattutto “in questo tempo di pandemia”, in cui “si rafforza la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare ad uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Immense tragedie avvolte dal silenzio
Anche a livello internazionale, osserva il Pontefice, “c’è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo”. Nel suo messaggio, rivolto prima della recita mariana dell’Angelus e di impartire la Benedizione urbi et Orbi, il Papa ricorda il dramma di terre martoriate e quello di guerre dimenticate.
In effetti, mentre risuona intorno a noi e nel mondo intero l’annuncio della nascita del Salvatore, sorgente della vera pace, vediamo ancora tanti conflitti, crisi e contraddizioni. Sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle.
Pensiamo a Siria, Iraq e Yemen
Il pensiero del Pontefice torna, come già avvenuto in più occasioni durante il Pontificato, alle laceranti sofferenze dei popoli di Siria, dove gli sfollati sono oltre 7 milioni, e Iraq, Paese al centro del viaggio apostolico dal 5 all’8 marzo del 2021. Francesco esorta anche ad ascoltare il grido di dolore che arriva dallo Yemen, dove almeno 10 mila bambini sono stati uccisi o feriti dallo scoppio dei combattimenti nel marzo del 2015.
Pensiamo al popolo siriano, che vive da oltre un decennio una guerra che ha provocato molte vittime e un numero incalcolabile di profughi. Guardiamo all’Iraq, che fatica ancora a rialzarsi dopo un lungo conflitto. Ascoltiamo il grido dei bambini che si leva dallo Yemen, dove un’immane tragedia, dimenticata da tutti, da anni si sta consumando in silenzio, provocando morti ogni giorno.
Nel cuore Betlemme e il Libano
Il Papa ricorda anche “le continue tensioni tra israeliani e palestinesi” e la crisi in Libano, dove il 75 per cento delle famiglie vive in povertà. Ed invita a volgere lo sguardo verso Betlemme, dove Il Patriarca Latino di Gerusalemme ha celebrato la Messa della notte di Natale.
Ricordiamo le continue tensioni tra israeliani e palestinesi, che si trascinano senza soluzione, con sempre maggiori conseguenze sociali e politiche. Non dimentichiamoci di Betlemme, il luogo in cui Gesù ha visto la luce e che vive tempi difficili anche per le difficoltà economiche dovute alla pandemia, che impedisce ai pellegrini di raggiungere la Terra Santa, con effetti negativi sulla vita della popolazione. Pensiamo al Libano, che soffre una crisi senza precedenti con condizioni economiche e sociali molto preoccupanti.