
Cristo «non è re come gli altri, ma è Re per gli altri» dice Papa Francesco ai fedeli in Piazza San Pietro prima delle preghiera dell’ Angelus a mezzogiorno.
Commentando le letture della Solennità di Cristo Re il Papa spiega che Gesù si dimostra, “sovranamente libero dal desiderio della fama e della gloria terrena. E noi chiediamoci sappiamo imitarlo in questo? Sappiamo governare la nostra tendenza a essere continuamente cercati e approvati, oppure facciamo tutto per essere stimati da parte degli altri? In quello che facciamo, in particolare nel nostro impegno cristiano, contano gli applausi o il servizio?» E ancora dice il Papa: «Cristo, pur essendo al di sopra di tutti i sovrani, non traccia linee di separazione tra sé e gli altri; desidera invece avere fratelli con cui condividere la sua gioia. Seguendolo non si perde, ma si acquista dignità. Perché Cristo non vuole attorno a sé servilismo, ma gente libera».
E la libertà di Gesù viene dalla verità, dice il Papa, una verità che non è «qualcosa di astratto: è una realtà, è Lui stesso che fa la verità dentro di noi, ci libera dalle finzioni e dalle falsità che abbiamo dentro. Stando con Gesù, diventiamo veri».
Conclude il Papa: «la miglior prova che Cristo è il nostro re è il distacco da ciò che inquina la vita, rendendola ambigua, opaca, triste. Certo, con i limiti e i difetti dobbiamo sempre fare i conti: tutti siamo peccatori. Ma, quando si vive sotto la signoria di Gesù, non si diventa corrotti, falsi, inclini a coprire la verità. Non si fa la doppia vita». E aggiunge, peccatori si ma corrotti mai, secondo gli insegnamenti di Sant’ Ignazio.