In monastero ricorre domani, 13 maggio 2021, un importante anniversario: cinquant’anni or sono, il 13 maggio 1971, arrivava infatti a Claro la comunità di Rosano. «Fu una decisione – ha ricordato Madre Sofia in un’intervista a catt.ch lo scorso anno – nata dalla lungimiranza di mons. Martinoli, allora Vescovo di Lugano e madre Agnese Bernasconi. Le vocazioni scarseggiavano. Chiedendo aiuto, rispose all’appello il monastero di Rosano: la madre di allora, Immacolata Fornasari, appena vide Claro se ne innamorò. Così, dal 1971 siamo stati una comunità sola con quella fiorentina e le monache andavano e venivano da Claro».
Domani, 13 maggio 2021, la comunità accoglierà l’abadessa di Rosano in visita al monastero. Anche se, grazie al permesso di Papa Francesco, il monastero dal 2019 è tornato alla sua indipendenza, i rapporti spirituali e fraterni con Rosano rimangono stretti e animati da una profonda gratitudine.
Anche l’Associazione degli Amici del Monastero, in unione con la popolazione di Claro, elevano a Dio la lode di ringraziamento per il bene e la tangibile testimonianza di vera fedeltà a Cristo profuso dalla Comunità Benedettina di Rosano e che continuerà a donare alla Chiesa.
Aggiornamenti dal Monastero (25.03.2021)
“Abbiamo cercato di vivere la Quaresima nella pace e serenità secondo le circostanze che il Signore ha permesso giorno per giorno”, ci racconta Madre Sofia in queste ore. “Secondo le indicazioni della Regola di San Benedetto, si è intensificata la preghiera per tutta la Chiesa e l’umanità, in questo periodo così difficile e faticoso della pandemia, che comporta tanti sacrifici e rinunzie forti per tanti uomini e donne che forse non erano abituati a sostenere. Poi la preghiera contemplativa fatta di silenzio e di lettura e meditazione della parola di Dio. Un’attenzione più accurata alla rinuncia a noi stesse in alcune cose a cui siamo attaccate. Il digiuno fisico anche, ma solo in alcuni giorni della settimana, come il mercoledì e il venerdì”.
A questi aspetti, le monache hanno aggiunto anche la pratica del “digiuno spirituale” secondo una preghiera ritenuta efficace “per il lavoro di conversione e di cambiamento che deve avvicinare sempre di più chiunque di noi al Signore, al suo Amore che ci previene, ci circonda, e ci segue con infinita misericordia, nel cammino verso la salvezza, la morte e la resurrezione con Lui e per Lui”. Ecco la preghiera di San Bernardo:
“Digiuni l’occhio che ha saccheggiato l’anima, digiunino le orecchie, digiuni la lingua, digiuni la mano, digiuni la stessa anima.
Digiuni l’occhio dagli sguardi curiosi e da ogni sfrontatezza, in modo che bene umiliato sia costretto alla penitenza, esso che malamente libero vagava nella colpa.
Digiunino le orecchie inutilmente ansiose di ascoltare, dalle conversazioni e dalle notizie e da tutte le cose che sono oziose e che non interessano per niente la salvezza.
Digiuni la lingua dalla detrazione e dalla mormorazione, dalle parole inutili, vane e che provocano al riso; a volte per la gravità del silenzio, digiuni anche da quelle cose che potevano sembrare necessarie.
Digiuni la mano dai segni oziosi e da tutte le opere che non sono state comandate, ma molto di più l’anima stessa digiuni dai vizi e dalla volontà propria. Perché senza questo digiuno ogni altra cosa è disapprovata dal Signore, come sta scritto: “Nei giorni del vostro digiuno non cercate la volontà propria”.
“In comunità – prosegue Madre Sofia – ci sono state due sorelle malate e una anziana che ora deve ricevere cure particolari e impegnative, ma che con la sua bontà ci ricambia con affetto e preghiera per quanto facciamo per lei. Anche il valore della sofferenza ci aiuta a partecipare alla Passione redentrice di Gesù e ad essere solidali con tanti fratelli e sorelle che in questi tempi soffrono e muoiono. La luce della fede ci conforta e ci dona speranza e forza positiva nell’affrontare la difficoltà e il dolore fisico e morale”.