La voce squillante di madre Maria Sofia Cichetti, Abbadessa del monastero benedettino di Claro, risponde al telefono alle 18.30 in punto. Un’altra giornata volge al termine: «Iniziata alle 4 del mattino con la sveglia, come sempre!». Si avvicina il Natale, momento di forte intensità spirituale. La chiacchierata è occasione per riflettere su questo anno così particolare, con la fragilità del Dio-bambino che ricorda da vicino quella degli uomini e delle donne alle prese con il Coronavirus.
Madre Maria Sofia, che cosa dice la nascita di Gesù in questo difficile 2020?
Mi sembra che quest’anno la venuta di Cristo sia in qualche modo più simile a quella vera, di duemila anni fa. Un tempo di silenzio e poca comunicazione fra le persone, oggi a causa della pandemia. Ma questo non deve portarci allo scoraggiamento, o persino alla ribellione. Anzi! Oggi come allora possiamo ricordare che ciò che conta non è tanto l’apparire, il fare senza mai fermarsi, ma anzi il ritornare a noi stessi, recuperando quel silenzio che a volte può persino fare paura. La vita di solito ha un ritmo frenetico, anche il Natale aveva preso questa caratteristica con la classica corsa ai regali. Oggi invece, ‘costretti’ dalla situazione, possiamo concentrarci sui rapporti personali più intimi e recuperare alcuni valori che rischiavamo di perdere. Con la certezza che Gesù nasce anche oggi per portare a tutti pace, serenità e salvezza.
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