San Benedetto è il padre del monachesimo occidentale. Compie gli studi universitari a Roma, ma stufo della vita corrotta che vi si conduce, a soli 18 anni fugge e si ritira nei pressi di Subiaco “desiderando piacere solo a Dio”. Dopo aver sperimentato per qualche anno la vita eremitica, prende consapevolezza che la vita cenobitica è la via migliore per imitare Cristo e raggiungere la perfezione cristiana. In occasione della sua festa, vi proponiamo una riflessione di madre Sofia, in queste ore in festa assieme alla comunità di Claro.
San Benedetto insegna che “il monaco deve cercare sempre e solo la gloria di Dio. Il monastero diventa allora una scuola per imparare a servire nell’amore Dio.Punto essenziale della vita monastica è non anteporre nulla all’amore di Cristo e all’Opera di Dio, cioè alla Liturgia delle Ore, la preghiera pubblica della Chiesa”.
“Preghiera e lavoro e vita comunitaria scandiscono la giornata del monaco. Benedetto vuole che il monaco non solo preghi, ma lavori, perché l’ozio è il nemico dell’anima; e il lavoro nobilita l’uomo e lo rende simile e collaboratore dell’opera creatrice di Dio. Il lavoro ha perciò un valore anche religioso, non solo produttivo materialmente. Così i monaci diventano maestri di tutte le arti e mestieri, ma anche di ricerca intellettuale e di cultura. Infatti ne fanno fede le meravigliose biblioteche delle numerose abazie sparse in tutta Europa che hanno conservato l’eredità della cultura classica, elaborando un vero umanesimo cristiano. S. Benedetto per formare una vera famiglia monastica, comunità di fratelli, insiste sulla “stabilitas loci”, cioè la stabile permanenza nella comunità in cui si realizza il perfezionamento personale e comunitario, e vince l’eterno vagare dei monaci vagabondi e schiavi della loro gola e pigrizia”.
“La voce dolce e forte di Benedetto ha salvato l’Europa del Medio Evo, e dal cielo confidiamo che continui a farlo anche oggi in un momento molto difficile arduo della sua storia”.
“Noi figlie di Benedetto vogliamo essere fedeli a tale Padre, soprattutto con la vita secondo gli insegnamenti e le esigenze anche forti e radicali della sua Regola che è attuale anche oggi, pur nelle mutate condizioni socio-culturali. Essa è ancorata saldamente al Vangelo di Gesù Cristo, e perciò ha un valore duraturo. Occorre anche oggi fedeltà e genuino spirito missionario che vuole testimoniare in tutti gli ambiti della vita umana l’amore di Dio e la bellezza della fraternità tra gli uomini perché tutti figli di Dio in Gesù Redentore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, senza distinzione di nazione, di lingua o di razza”, conclude madre Sofia.