Il monastero di Claro in questi giorni è allietato dalla presenza e dalla visita di Sua Eminenza il card. Mauro Piacenza, del quale vi riproponiamo le omelie pronunciate in occasione della Santa Messa mattutina con la comunità, ricordando anche l’importante momento celebrativo e comunitario (che avrà luogo sabato 11 luglio in occasione della festa di S. Benedetto con una Santa Messa celebrata dal Cardinale alle ore 6.30).
Durante la prima omelia, mercoledì scorso, 1. luglio, mons. Piacenza, partendo dalle letture del giorno (Amos 5,14-15;21-24; Sal49; Mt 8,28-34), rifletteva:
Come rendere a Dio un culto che gli sia gradito? Tutti abbiamo la tendenza spontanea a separare il culto dalla vita di ogni giorno. I profeti di Israele non hanno mai accettato questa dicotomìa, questa separazione tra culto e vita reale; a più riprese hanno espresso la violenta protesta di Dio a questo riguardo: Dio esige la coerenza tra culto e vita. N ella prima lettura che abbiamo appena ascoltato è il profeta Amos a parlare forte contro il culto esteriore non accompagnato dalla coerenza di vita; si potrebbero però citare anche altri profeti. Penso, per esempio, ad Isaia e a Geremia. Dice Amos: Anche se voi mi offrite olocausti io non gradisco i vostri doni e le vittime grasse come pacificazione, io non le guardo … Piuttosto scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne …
Dio chiede che la nostra vita sia conforme alla sua volontà, volontà di giustizia, volontà di generosità, altrimenti possiamo fare tutte le funzioni religiose che vogliamo: Dio però non le gradisce.
In cosa consiste il vero culto cristiano? Consiste nel partecipare pienamente all’Eucarestia e a tutte le sue conseguenze. Questo significa accogliere nella propria vita il dinamismo messo in moto da Gesù la sera dell’ultima cena. Gesù “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. L ‘Eucarestia contiene un dinamismo di amore generoso straordinario. Partecipare all’Eucarestia non ha senso se non ci apriamo a questo dinamismo d’amore, se non ci 1mpegnamo al servizio, al lavarci i piedi a vicenda.
Il sacrificio cristiano consiste nel mettere se stessi a disposizione di Dio, perché Dio ci possa mettere a servizio degli altri e della missionarietà evangelizzatrice, che proprio per le premesse che ho esposto prima, può essere pienamente vissuta anche in clausura, anzi le clausure sono avamposti di missionarietà!
E’ un nuovo concetto di sacrificio, molto diverso dagli olocausti che Amos criticava in nome di Dio, cioè di essere disposti a vivere per gli altri nella carità. Chiediamo al Signore la grazia di capire bene quale culto gli sia gradito. E’ molto importante non vivere nell’illusione di soddisfare Dio con gesti esteriori ai quali non corrisponde l’impegno della vita. D’altra parte saremo molto più felici se accogliamo in noi il dinamismo d eli ‘Eucarestia, che ci unisce al Sacro Cuore di Gesù e ci comunica la stessa gioia del Signore.
Di seguito, è possibile scaricare tutte le omelie, fino ad oggi, martedì 7 luglio. Di giorno in giorno aggiorneremo la lista: