“E’ stata una grande gioia poter ospitare di nuovo i fedeli nella nostra bella e silente chiesa per la S. Messa. Ci sentiamo così più “chiesa”, comunità di fratelli e sorelle riuniti dallo Spirito Santo attorno allo stesso Altare dove Gesù si offre anora oggi al Padre per la salvezza dell’umanità intera”. È in questi termini che madre Sofia Cichetti, dal monastero di Santa Maria Assunta sopra Claro, racconta la “ripresa” di una vita quotidiana, anche nel caso delle monache, inevitabilmente sconvolta dall’emergenza coronavirus. “La nostra vita anche in questi mesi è andata avanti come sempre; una vita fatta di preghiera incessante e di lavoro: la cura dell’orto, degli animali, il restauro del libro antico e il ricamo sia per gli Enti comunali e civili che per le chiese. Queste sono le fonti della nostra sussistenza. Ma naturalmente abbiamo ricevuto da tanti amici e persone generose anche diversi doni, come verdura, frutta, formaggi, pasta e riso di cui siamo molto grate e riconoscenti e a cui pensiamo con molta preghiera e affetto”. Ma il pensierio affettuoso delle monache si allarga, in generale, in questo periodo di difficile ripartenza, a tutta la società: “Comprendiamo dal più profondo del cuore i problemi e le incertezze di tutti, e oltre alla preghiera cerchiamo di essere anche noi più sobrie in tutto e di devolvere i nostri piccoli risparmi a famiglie bisognose non solo qui in Ticino, ma anche nelle Missioni”.
Per il momento, sottolinea madre Sofia, “le nostre necessità riguardano le urgenti opere di manutenzione della casa che ci ospita, come la riparazione del tetto della chiesa, il risanamento del chiostro danneggiato da grave umidità a causa di infiltrazioni; l’eliminazione dell’umidità dalla Sagrestia, che danneggia libri e paramenti liturgici; il rifacimento della navetta della teleferica delle merci; la riparazione del sentiero che sale al Monastero su per il bosco”. Chi volesse aiutare le monache a coprire almeno in parte le ingenti spese trova qui le coordinate.
L.Q.