Dio ha rinunciato a qualsiasi privilegio umano per darci il Natale. Ha rinunciato a una vera culla, ha rinunciato ad un’accoglienza trionfale, ha rinunciato ai benefici della ricchezza. Soltanto a una cosa non ha rinunciato: non ha potuto e non ha voluto rinunciare ad una famiglia. Dio non ha voluto rinunciare alle braccia amorevoli di una mamma, né alla sicurezza che sa dare un babbo. La Madonna e S. Giuseppe, la santa famiglia di Nazaret, sono l’unico grande privilegio che Gesù ha avuto: niente agiatezza, niente popolarità… soltanto l’intimità di una famiglia.
Se l’Onnipotente si rende disposto a qualsiasi rinuncia per esserci vicino, tranne che all’amore di due santi genitori… sarà o non sarà importante la famiglia proprio come istituzione di base per l’umanità? Se Dio per diventare uomo ha avuto bisogno di una famiglia, vuol dire che non si diventa uomini e non si diventa donne se non si passa prima da una famiglia. Gesù non fa eccezione a questo fondamento dell’umanità. Dio ha rinunciato a tutto il superfluo, ma non all’essenziale. L’essenziale era l’accoglienza incondizionata da parte di Maria dell’annuncio dell’Angelo; accoglienza che diventa amore di mamma sia prima che dopo il Natale; essenziale era l’opera di Giuseppe che dà cittadinanza al Figlio di Dio e lo protegge dai pericoli anche mortali, come la gelosia di Erode che temeva la nascita del Re.
Sappiamo che a differenza delle specie animali cui possono bastare poche settimane, all’essere umano servono diversi anni di crescita prima di raggiungere una relativa autonomia. Senza una famiglia questo non sarebbe possibile. Ma oltre alla sopravvivenza dei nuovi nati, che è il compito base della famiglia, non ci si può fermare qui; c’è l’educazione da impartire, c’è l’esempio da dare, c’è l’amore da far sentire, c’è l’affetto che deve circolare. Sono questi ultimi aspetti che fanno la differenza umana: chi è che non bada alla sopravvivenza dei propri bambini? O a riempirli di tutto quanto hanno bisogno? Forse anche troppo! Ma essere bravi genitori è più difficile che il dare cose: i bravi genitori danno sé stessi sotto forma di esempio, di onestà, di umiltà, di pazienza, di giustizia, di perdono. La santa famiglia è, in questo senso, il riferimento perfetto di ogni famiglia, dove le ristrettezze vengono sostenute con serenità, i pericoli vengono affrontati con coraggio e niente diventa un dramma insormontabile perché… al di sopra di tutto c’è la fiducia nel Signore e la consapevolezza di essere nelle sue mani.
Abramo ha avuto fiducia nel Signore e, dalla moglie anziana, ha avuto una discendenza innumerevole. Maria ha avuto fiducia nel Signore rinunciando anche all’incolumità personale, perché il concepire fuori dal matrimonio per la Legge voleva dire subire la lapidazione. Giuseppe ha avuto fiducia nel Signore e non ha temuto di prendere Maria come sua sposa ed essere il babbo del Figlio di Dio. Entrambi i genitori di Gesù hanno rinunciato ai propri progetti per abbracciare un progetto superiore, che è stato loro dato. Con la Madonna e San Giuseppe così fiduciosi nella parola del Signore, il bambino Gesù, oltre alla garanzia per la sopravvivenza, ha ricevuto la possibilità di crescere in un contesto esemplare di vita umana, la quale non è fatta soltanto di cibo e di vestiti, ma di ogni quotidiano atto di amore. Con queste premesse si possono comprendere le uniche parole del vangelo che descrivono l’infanzia di Gesù e che abbiamo ascoltato oggi dal vangelo secondo Luca: “Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”. I genitori, con il loro amore, hanno messo le condizioni e la disponibilità, tutto il resto lo ha fatto la grazia del Signore. Siano allora anche le nostre famiglie luoghi di grazia; luoghi dove si cresce, ci si fortifica, si diventa più saggi, si diventa più “umani” nel senso più elevato del termine.
Ricordiamo e preghiamo in questi giorni per tutte le famiglie rovinate o devastate dalla furia della guerra e del terrorismo di stato. Prendiamo le distanze da chi approva, o tace, o nasconde gli attuali crimini contro l’umanità che mietono vittime innocenti, sia nella terra della Santa Famiglia che altrove. Dio che non ha rinunciato ad avere sulla terra una famiglia tutta sua, accolga in cielo le famiglie sterminate, assista le famiglie che soffrono, gli orfani, i genitori che hanno perso i propri figli. Il Principe della Pace, accolto sulla terra da braccia materne e custodito da braccia paterne, assista le nostre famiglie, le benedica, le riempia di grazia e le renda belle, come bella è, in eterno, la santa Famiglia di Nazaret.