
“Angeli e arcangeli, patriarchi e profeti, dottori e apostoli, martiri di Cristo e pastori, vergini e anacoreti, santi tutti, intercedete per noi”, così canta l’antifona al Magnificat dei primi vespri.
Quanto è bello in un’unica festa celebrare “i meriti e la gloria di tutti i santi”. I famosi con gli sconosciuti, gli antichi con i recenti, i consacrati con i laici, l’intero popolo di Dio, coloro, come ci ricorda l’Apocalisse, “che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello”.
Ogni santo infatti è un “martire”, sia che abbia versato il suo sangue per amore di Cristo, sia che abbia testimoniato la bellezza della fede per tutta una lunga vita. A tutti questi “beati” oggi ci rivolgiamo per chiedere preghiere di intercessione a Dio, sia perché la nostra vita sia sempre conforme allo spirito delle beatitudini che loro hanno pienamente “sposato”, sia per i governanti di questo tormentato mondo, in particolare i più assetati di violenza e di vendetta, perché desistano dai loro progetti malvagi.
Ai beati affidiamo l’anima delle vittime innocenti di questi giorni e così quelle dei superstiti, che si ritrovano nel cuore un seme di odio che deforma il desiderio di giustizia in ritorsione. La storia della civiltà è interamente tratteggiata da episodi di violenza che sono seme di altra violenza. Non esiste una sola vittoria in guerra che non si configuri come un sopruso per la parte avversa e un singolo atto di ingiustizia che non permanga nel cuore degli oppressi per decenni, e che trasmettendosi di generazione in generazione, non attraversi i secoli.
La grande schiera dei santi in Cristo è qui a testimoniarci che il rapporto causa – effetto del male che genera altro male può e deve essere interrotto. Gesù ci ha donato le beatitudini: la superbia dei potenti viene annientata dalla “povertà in spirito”; chi piange riceverà la consolazione che nessun vincitore di questo mondo conoscerà mai; gli arroganti, sempre in ansia per possedere la terra, non potranno mai godersela, perché il Signore la dà in eredità ai miti; chi brama la giustizia, in Dio la trova in pienezza, mentre i “vendicatori” ne avranno sempre fame e non la troveranno mai; coloro che non sanno e non vogliono perdonare non conosceranno mai la dolcezza ricreante della misericordia; i malvagi che si servono di Dio per i loro piani non lo vedranno mai, a differenza dei puri di cuore; gli operatori di violenza si scomunicano da soli dall’essere “figli di Dio”; infine, mai è beato il potente che infierisce, perché anche se riuscisse a far suo tutto il mondo, non riceverà mai la ricompensa celeste promessa da Dio ai perseguitati per la giustizia e alle vittime dell’odio.
Essere beati, o essere maledetti, non dipende dalla situazione politica attuale; essere santi o essere uomini senza alcun vero valore, non dipende dalle guerre o dalle condizioni politiche più o meno avverse; la beatitudine viene dal cuore e nessuno ci può impedire di essere benevolenti, nessuno ci può ostacolare nel comandamento dell’amore, dal momento che il Signore, che abita in noi, ci dà tutta la forza necessaria per esserlo.
Chi è più forte: chi odia o chi perdona? Chi opprime o chi intercede per i nemici? Chi conquista la terra o chi conquista il regno di Dio? Tutti i fratelli e le sorelle che oggi celebriamo radunati in cielo, una moltitudine impossibile da contare, hanno esercitato la forza delle beatitudini, nella consapevolezza chiara e soprannaturale che la gloria di questo mondo “sic transit”; così si diceva al nuovo papa eletto nell’antico rito quando il protodiacono bruciava una stoppa posta sopra un’asta: “così passa la gloria del mondo”, un fuocherello innocuo e vano.
I santi sulla terra sono stati infiammati da ben altro fuoco, quello dello Spirito Santo, possedevano l’energia di Dio, quella che illumina la vita, che riscalda il cuore e non hanno temuto il gelo siderale della logica spietata del mondo.
Affidiamoci a questi uomini e donne formati dalla fede perché anche noi diventiamo su questa terra testimoni della gloria che non passa e non temiamo mai di vivere le condizioni che il mondo odia: povertà in spirito, mitezza, misericordia, giustizia, pace. E un pezzetto del regno di Dio scenderà a consolare non solo noi, ma anche le vittime dell’orrore di questi tempi.
Buona festa di tutti i santi!