Quali sono i segni dell’agire di Dio nel mondo? I ciechi che riacquistano la vista, i lebbrosi purificati, i malati guariti, i peccatori perdonati, i morti resuscitati e ogni altro atto di amore che salva e libera e conforta e ristora. E’ così che Egli agisce, così si rivela, dice Papa Francesco, oggi, domenica 9 luglio dalla finestra dell’Angelus davanti a una piazza piena di sole e di gente, mentre commenta il Vangelo del giorno in cui Gesù rende lode al Padre perché non si è manifestato ai dotti e ai sapienti piuttosto ai piccoli, i semplici, quelli cioè che hanno il cuore sgombro dalla presunzione e dall’amor proprio e che sanno stupirsi di fronte alla grandezza dell’amore, diversamente da quanti invece sono pieni di sé e guardano solo i propri interessi.
Dio ama, non fa spettacolo
Per questo Gesù loda il Padre, perché la sua grandezza consiste nell’amore e non agisce mai al di fuori dell’amore. Ma questa grandezza nell’amore non è compresa da chi presume di essere grande e si fabbrica un dio a propria immagine: potente, inflessibile, vendicativo. In altre parole, questi presuntuosi non riescono ad accogliere Dio come Padre; chi è pieno di sé, orgoglioso, preoccupato solo dei propri interessi – questi sono i presuntuosi -, convinto di non aver bisogno di nessuno.
E’ successo a Corazìn, Betsàida e Cafarnao, città ricche del tempo, spiega il Pontefice, dove davanti agli occhi della gente Gesù ha compiuto molte guarigioni, ma succede anche oggi, ogni volta che si resta sordi al Vangelo. Gli abitanti di quelle città hanno interpretato quei segni come “eventi spettacolari, utili per far notizia e alimentare le chiacchiere: esaurito l’interesse passeggero però, li hanno archiviati, magari per occuparsi di qualche altra novità del momento. Non hanno saputo accogliere le grandi cose di Dio”. I piccoli invece le sanno cogliere e accogliere.
Fotografare le opere di Dio e svilupparle come gesti di bene
I piccoli sono quelli che, come i bambini, si sentono bisognosi e non autosufficienti, sono aperti a Dio e si lasciano stupire dalle sue opere. Loro sanno leggere i suoi segni, meravigliarsi per i miracoli del suo amore!
Farci piccoli, ecco la via giusta per cogliere sempre quei gesti d’amore, segni della bontà di Dio, anche in mezzo alla marea quotidiana di notizie che ci sommerge, fotografare nella mente le sue opere, i miracoli di cui – incalza il Papa – la nostra vita è piena!
Di fronte ad essi, però, anche il nostro cuore può restare indifferente e diventare abitudinario, curioso ma incapace di stupirsi, di lasciarsi “impressionare”. Un cuore chiuso, un cuore blindato, non ha la capacità di stupirsi. Impressionare: è un bel verbo che fa venire in mente la pellicola di un fotografo. Ecco l’atteggiamento giusto davanti alle opere di Dio: fotografare nella mente le sue opere, perché si imprimano nel cuore, per poi svilupparle nella vita, attraverso tanti gesti di bene, così che la “fotografia” di Dio-amore diventi sempre più luminosa in noi e attraverso di noi.