“In un tempo in cui la guerra è tornata a sconvolgere la nostra Europa”, “i popoli e i responsabili della politica mondiale possano trovare nei valori e nel programma di vita di San Benedetto un vigoroso impulso all’edificazione di un ordine morale internazionale, basato sulla giustizia e sulla pace”. Questo è l’auspicio delle città di Norcia, Subiaco e Cassino, in un messaggio di pace per le celebrazioni benedettine del 2023, presentate alla sede della rappresentanza del Parlamento europeo a Roma.
La fiamma di speranza dei giovani
Fin dal 1964, quando Paolo VI proclamò San Benedetto Patrono d’Europa, la fiaccola “pro pace et Europa Una” è stata acceso ogni anno in molte capitali d’Europa, non fermandosi neanche nel 2021 per la pandemia di Covid-19, quando la luce di San Benedetto illuminò l’ospedale di Bergamo. Dopo l’anno scorso a Madrid la fiaccola sarà il prossimo 2 marzo a Lisbona, dove quest’estate si celebrerà la 38.ma Giornata mondiale della gioventù.
I giovani infatti, si legge ancora nel messaggio, “alimentano la fiamma di speranza di un nuovo umanesimo, in un tempo in cui tutti noi siamo stati messi alla prova e ci siamo resi conto di quanto sia importante vivere secondo i valori del Vangelo e della Regola di San Benedetto”.
Il programma delle celebrazioni
Dopo essere stata benedetta da Papa Francesco lo scorso 9 febbraio, la fiaccola della pace sarà accesa il 25 febbraio nella cripta della Basilica dedicata al Santo di Norcia. Dopo aver raggiunto la capitale portoghese la fiamma sarà portata anche nel Santuario mariano di Fatima e nell’abbazia benedettina di Singeverga, prima di ritornare in Italia a Subiaco e nell’abbazia di Montecassino, fino al 21 marzo, quando le celebrazioni si concluderanno in tutte e tre le città benedettine.
Una scuola di amore e di comunione
L’obiettivo delle celebrazioni è quello di ricordare – ha affermato l’abate Donato Agliari, amministratore apostolico di Montecassino – che l’ispirazione di San Benedetto non è solo un retaggio del passato, ma è da recuperare nell’Europa dei nostri giorni, perché
è “una scuola di amore e di comunione per un mondo un po’ più pacifico, bello, vivibile e semplicemente più umano”.
Allo stesso modo monsignor Mauro Meacci, abate di Santa Scolastica a Subiaco, ha ribadito come la regola di San Benedetto insegni ad accogliere ogni persona, accompagnandola verso la santità e verso Dio in un percorso comunitario.
Un esempio per l’Europa, che deve essere accogliente all’interno di un processo chiaro e definito, all’interno di un tessuto comunitario i “cui valori fondanti devono essere accettati da tutti”.
Le parole dei sindaci delle città benedettine
In questo senso va anche l’iniziativa di alcuni eurodeputati di ricordare in modo adeguato la figura del Santo nelle sedi del Parlamento europeo, con una statua o un’immagine, così come avviene per i padri fondatori dell’Europa.
“San Benedetto è ricostruttore dell’Europa e costruttore di pace”, ha sottolineato il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, “un valore universalmente riconosciuto e non scontato, che dobbiamo però saper conservare e preservare”.
“Un impegno ancor più necessario oggi di fronte alle drammatiche immagini della guerra in Ucraina che non accenna a placarsi”, ha ribadito il sindaco di Cassino Enzo Salero, con la fiaccola che “vuol richiamare tutti ad adoperarsi per far cessare le armi ed avviare una trattativa con l’obiettivo di porre fine alle sofferenze di un popolo, quello ucraino, ma anche a quelle di tutti gli altri popoli in guerra”.
Quello di San Benedetto, ha ricordato poi il sindaco di Subiaco Domenico Petrini “è un cammino dalle tenebre della crisi alla luce della rinascita”.
La vicinanza spirituale di Benedetto XVI
Le celebrazioni di quest’anno saranno anche le prime dopo la morte di Benedetto XVI, particolarmente devoto ad uno devi fondatori del monachesimo occidentale. “Noi abbiamo voluto proprio quest’anno omaggiare la figura di Papa Benedetto XVI facendo visita alla sua tomba”, ha ricordato Luigi Maria Di Bussolo, monaco a Montecassino e presidente della Fondazione San Benedetto. “È un Papa a noi particolarmente vicino, non solo per il nome che ha scelto per il Pontificato, ma anche per la vicinanza che già da cardinale aveva comunicato alle nostre abbazie scegliendole come luogo di ritiro e anche di elaborazione di alcuni suoi libri e interviste”.
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