
Preghiera, digiuno ed elemosina siano orientate alla fraternità, con il cuore aperto al bene dell’altro. E’ lo spirito che anima il Messaggio del Papa per la Quaresima 2021, dove ricorrente è il richiamo all’Enciclica Fratelli tutti.
Un tempo per rinnovare fede, speranza e carità
Il Papa invita a percorrere il cammino quaresimale ricordando Colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8). E’ un tempo di conversione in cui siamo chiamati a rinnovare la nostra fede, disponendoci all’amore di «Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo». E’ un cammino che «sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo».
«La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.»
La Verità di Cristo non è costruzione dell’intelletto
«In questo tempo di Quaresima, accogliere e vivere la Verità manifestatasi in Cristo significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla Chiesa», prosegue il Papa, precisando che non si tratta di una costruzione dell’intelletto «riservata a poche menti elette, superiori o distinte», ma è un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore. Dio ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza, ribadisce Francesco: «Questa Verità è Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto Via – esigente ma aperta a tutti – che conduce alla pienezza della Vita».
Digiunare anche dall’eccesso di informazioni
Il Papa ricorda che il digiuno è esperienza di privazione da vivere in semplicità per riscoprire la nostra natura creaturale. Il digiuno deve essere inteso e praticato facendosi poveri con i poveri per «accumulare» la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso. E cita San Tommaso d’Aquino, sull’amore come «movimento che pone l’attenzione sull’altro considerandolo come un’unica cosa con sé stessi». Francesco aggiunge che «digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo» per consentire che Dio dimori in noi.
Il tempo di Quaresima è fatto per sperare
Il Papa rievoca l’episodio biblico della samaritana, alla quale Gesù chiede da bere presso il pozzo, per sottolineare che l’acqua è lo «Spirito Santo che Lui darà in abbondanza nel Mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude». Si sofferma sul senso della speranza cristiana: «Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre». Mai distoglie lo sguardo, il Pontefice, da ciò che appesantisce il cuore dell’uomo nella contemporaneità:
«Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione.»
E ribadisce, citando l’enciclica Laudato Si’: «Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata».