Ricorre quest’oggi in Monastero il secondo anno dall’elezione abbaziale di Madre Sofia Cichetti a guida della comunità. Con lei abbiamo scambiato qualche parola sul passato e i ricordi legati a questi due anni, ma anche sugli auspici per il futuro.
Madre Sofia, cosa ha significato per lei poter guidare la Comunità in questi due anni?
Per me questi due anni vissuti come madre badessa della Comunità, ha significato un approfondimento della mia vocazione monastica benedettina, ma specialmente un approfondimento spirituale e pratico della mia missione di madre delle Consorelle, poiché non si è solo madri fisicamente, ma anche spiritualmente. Infatti l’essenza della maternità credo che sia donare la vita per amore e solo per amore! Ora anche nella Famiglia monastica, poiché così la intende San Benedetto, il padre e la madre della Comunità devono trasmettere la vita spirituale ai figli e figlie con la dottrina, con la cura amorosa di tutti gli aspetti della vita personale e comunitaria, sia a livello appunto spirituale che fisico e morale. Ma tutto animato e guidato dall’amore, dalla virtù della prudenza, del rispetto di ciascuno, dalla collaborazione richiesta e accolta volentieri di tutti i membri per il bene comune della comunità, aperta anche ai bisogni della Chiesa diocesana e universale. Con l’aiuto dello Spirito Santo, della Vergine Assunta, nostra particolare Patrona e di San Benedetto, nostro Padre Fondatore, intendo continuare su questa linea, fidandomi non tanto delle mie capacità umane, ma dell’aiuto del Signore Gesù, il vero Buon Pastore delle anime, e della comunione di tutte le Sorelle, unite in “un cuor solo e un’anima sola”.
Ha qualche bel ricordo di questi due anni da condividere?
Due sono i ricordi belli che voglio menzionare e di cui ringraziare Dio, donatore di ogni bene perfetto: la costituzione nel nostro monastero degli Oblati secolari che fanno parte integrante della Famiglia monastica con la loro Oblazione pur rimanendo nel mondo e continuando la loro vita di famiglia e di lavoro, ma secondo la spiritualità benedettina. Essi sono ancora pochi, ma fervorosi: due sacerdoti secolari e una signorina che hanno già fatto la loro Oblazione davanti al Vescovo nella nostra chiesa monastica, e poi alcune signorine che hanno intenzione di iniziare il loro ”noviziato” di un anno per diventare Oblate. E poi un’altra gioia ci è data da una Aspirante, seppur ancora giovane, alla nostra Vita monastica, che con incontri sempre più frequenti con noi, sta facendo un vero discernimento vocazionale con libertà e serenità grande.
Come vede il futuro della Comunità?
Il futuro della Comunità, siamo in undici monache di diverse età, sta nelle Mani sante di Dio. Noi vogliamo con umile semplicità, essere fedeli anzitutto a Gesù, lo Sposo Divino che ci ha chiamate e attratte a Sé in questa speciale forma di vita consacrata, essere fedeli alla santa Chiesa universale e particolare, il Papa e il Vescovo Diocesano, essere fedeli alla Santa Regola come ce l’ha lasciata San Benedetto, pur nelle mutate condizioni sociali e culturali del nostro tempo.
Ma tutto cercando di vivere nella gioia e carità fraterna sia entro la comunità, che nel rapporto col mondo, con le varie persone con cui veniamo a contatto, pur rimanendo nella clausura, ad esempio pellegrini e turisti che transitano nel Monastero, ospiti che vengono nella Foresteria per giornate di preghiera, di ritiri o di esercizi spirituali, oppure persone laiche e religiose che vengono per richiedere lavori di ricamo di paramenti liturgici o di restauro di pergamene e libri antichi, ma sempre e solo per la gloria di Dio e il bene dei fratelli e sorelle nel mondo.
L. Q.