Il filo conduttore della Liturgia di questa quarta Domenica, anno B, è la dimora di Dio fra gli uomini. Infatti Dio pone la sua dimora fra gli uomini: ma le pietre che la costituiscono non sono quelle materiali, anche se ben squadrate, bensì tutti i “sì” incondizionati a Dio, animati dall’amore per Lui. Maria Santissima ne è la prima pietra viva, ma poi anche Giuseppe, la cui docile disponibilità al piano di Dio assicurerà al Divino Bambino, che nascerà da Maria sua sposa, la discendenza regale dalla stirpe di Davide. Proprio per il “sì” di persone tanto umili, povere e attente alla volontà di Dio come loro, Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Davide, entra nella storia del mondo che diventa la sua vera casa, il suo tempio.
Colletta: Dio grande e misericordioso, che tra gli umili scegli i tuoi servi per portare a compimento il disegno di salvezza, concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull’esempio di Maia accolga il Verbo della Vita e si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile.
Prima Lettura: 2 Sam 7,1-16. E’ il Signore che costruisce la casa, non l’uomo: e la costruisce con pietre vive. A Davide che vuole dare al popolo un centro di culto per rafforzare la sua dinastia, quasi ne fosse lui l’artefice, Dio ricorda che è Lui il costruttore di ogni cosa, e rifiuta il dono a Davide, ma nel contempo ne premia il desiderio e la fedeltà. Il Signore stesso costruirà una casa a Davide, una discendenza, dandogli un trono eterno.
Seconda Lettura: Rm 16,25-27. Come agisce Dio nella storia umana? E qual è il suo scopo? Chi può saperlo? Soltanto coloro a cui è stato rivelato, e cioè a noi cristiani a cui è stato donato dallo Spirito Santo. Il “mistero”, cioè il piano salvifico di Dio, rimasto nascosto per molti secoli e rivelato solo gradualmente per mezzo dei Profeti, acquista unità, armonia e chiarezza solo e unicamente nella Persona e nell’opera di Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. In Lui si rivela a noi lo scopo dell’agire di Dio nella storia umana: ricapitolare in Cristo ogni cosa, riunire tutti gli uomini a Sé e tra di loro.
Vangelo: Lc 1,26-38. Nel brano evangelico odierno, in piena conformità con il contenuto della Prima Lettura, si rivela nell’Annunciazione dell’Angelo a Maria di Nazaret il compimento della promessa fatta da Dio a Davide. Anche questo testo, come quello di Matteo 1,18-25 dell’Anno A, ci ricorda che Gesù è nella linea davidica attraverso Giuseppe; e nel dialogo tra Maria e l’Angelo si scopre il compimento: una Vergine, rimanendo tale, darà alla luce un figlio. Il realizzarsi nella Persona di Gesù delle promesse è opera esclusiva di Dio e non dell’uomo, benché non avvenga senza il concorso e la collaborazione umana attuata qui dall’accettazione umile e libera di Maria.
Preghiamo affinché crediamo fermamente che solo Gesù è il tempio definitivo di Dio, in cui possiamo realmente incontrare il Padre. E sull’esempio di Maria, sentiamo più vivo in noi il bisogno di incontrarlo nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola. Come Maria rispondiamo il nostro “sì” generoso, libero e responsabile a Dio che ci chiama a collaborare con Lui al suo piano di salvezza di tutti i fratelli nel mondo. E accogliendo nell’Eucaristia la sua Parola fatta carne in Gesù, per la potenza dello Spirito Santo, lasciamoci trasformare da Lui fino a diventare una cosa sola con Cristo.
Madre Sofia Cichetti