Da domenica prossima 29 novembre, prima domenica di Avvento, verrà introdotto il nuovo Messale nelle parrocchie della Diocesi che seguono il Rito Romano e dunque anche nella diocesi di Lugano. Si tratta della terza versione in lingua italiana, dopo quella del 1973 e del 1983. Per capire bene la storia, le novità racchiuse in questa nuova pubblicazione e l’introduzione di essa nella nostra diocesi, il portale d’informazione catt.ch ha interpellato don Emanuele Di Marco, coordinatore della Commissione di Liturgia Pastorale della Diocesi di Lugano.
Don Emanuele, qual è la storia di questa edizione? Perché i lavori si sono prolungati così a lungo?
Come tradizione vuole, la Santa Sede pubblica l’editio tipica in latino e in seguito, le diverse Conferenze Episcopali si occupano della traduzione nella propria lingua. Quella italiana fa seguito anche alla nuova versione della Bibbia del 2008: è anche per questo se i lavori si sono prolungati per diversi anni. Non ci si è limitati dunque a una sistemazione dei testi, ma si è colta l’occasione per riguardare alcuni passaggi e adeguarli al tempo attuale. Non è stato solamente un cambiare i testi, ma è stato proprio un lavoro di riflessione e di approfondimento su alcuni punti della liturgia.
Quali sono dunque le novità di questa edizione?
La più evidente e dibattuta è sicuramente quella riguardante il Padre Nostro. La nuova traduzione inserita nel Messale porterà la versione «non abbandonarci alla tentazione»: la versione latina, a cui si fa riferimento (et ne nos inducas in tentationem), a sua volta tradotto dal greco (eisenenkai, da eisferein) significa «portare, condurre dentro». Il cambiamento è stato frutto di un lungo ragionamento riguardante la sensibilità attuale, più che alla fedeltà letterale del testo. È parte della vita della Chiesa l’impegno a trovare un linguaggio comprensibile e adatto ai tempi. Oltre al Padre Nostro, numerose le novità e i cambiamenti introdotti con il nuovo Messale: tra le tante vi è la modifica riguardante il termine «Fratelli e sorelle». Fino ad ora, il Messale presentava la duplice forma: «Fratelli» e «fratelli e sorelle»: Questo cambiamento è interessante per noi perché Giovanni Paolo II, proprio a Lugano il 12 giugno 1984, al termine della celebrazione a Cornaredo, fece i complimenti per «questa Messa svizzero-italiana» in cui si usava il termine «Fratelli e sorelle». Per noi questo cambiamento ha dunque un riferimento locale importante. Vi saranno poi altri cambiamenti che riguardano le Preghiere Eucaristiche e i riti di comunione.