S. Sofia è venerata insieme alle figlie Pistis, Elpis, Agape, nomi greci che tradotti sono Sapienza, Fede, Speranza, Carità, tutte e quattro martiri sotto Traiano. Secondo la Passio, il cui manoscritto più antico, conservato a Londra, è in siriaco e risalirebbe al V secolo ed il cui originale greco potrebbe essere del IV secolo, Sofia era una illustre matrona di origine italica, forse milanese, sposa di un senatore di nome Filandro e madre di tre figlie, a cui aveva dato i nomi delle tre virtù teologali: Pistis, Elpis, Agape. Traducendo in italiano questi nomi di origine greca, si può dire che la madre si chiamasse Sapienza e le figlie si chiamassero Fede, Speranza e Carità. Questo ha fatto nascere in alcuni studiosi il sospetto che non siano figure storiche, ma allegoriche; tuttavia le testimonianze del culto sono molto antiche e sembrerebbero smentire l’ipotesi allegorica.
Sofia, dopo la morte del marito Filandro, da lei convertito al cristianesimo, soccorse con i suoi beni i poveri e svolse opera di proselitismo a Roma dove viveva con le figlie di 12, 10 e 9 anni. Denunciata dal prefetto di Roma, Antioco, all’imperatore Adrianoo, perché con la sua predicazione aveva indotto alcune donne sposate a vivere castamente, confessò davanti a lui la sua fede cristiana e rifiutatasi di adorare gli idoli, egli le fece imprimere sulla fronte il marchio d’infamia e la fece fustigare. Sperando di costringerla a rinnegare Cristo, Adriano fece torturare e decapitare una dopo l’altra le sue figlie sotto gli occhi della madre, che le esortava a restare salde nella fede cristiana, nella speranza della vita eterna. Compiuto il martirio delle figlie, le furono consegnati i loro corpi, che lei seppellì al diciottesimo miglio sulla Via Aurelia, dove morì tre giorni dopo, mentre pregava e piangeva sulla loro tomba, nella quale fu sepolta anche lei. L’anno del martirio fu il 122 d. C., durante il pontificato del papa San Sisto I. Gli Itinerari per pellegrini altomedievali segnalano la tomba di Sofia e delle figlie in un cubicolo (antro) della catacomba di San Pancrazio sulla via Aurelia, dove è tuttora visibile. Al tempo di papa Paolo I (760), i corpi delle sante martiri, sepolte sulla via Aurelia furono trasferiti nella chiesa di s. Silvestro in Campo Marzio.
I loro nomi furono inseriti al 1° agosto nel Martirologio di Usuardo, mentre nel 1500 il Baronio li inserisce nel Martirologio Romano ma dividendole: le tre figlie al 1° agosto e la madre al 30 settembre.
A Madre Sofia Cichetti, anche lei “madre” di tante figlie, il nostro augurio di buon onomastico!